I Carmina Burana di C.Orff, guida all’ascolto “o fortuna”

Carl Oorffrff , compositore tedesco (1895 – 1982), scrive nel 1937 la sua opera più importante, I “Carmina Burana”,  ispirandosi a delle poesie cantate risalenti alla prima metà del XIII secolo. Ritrovate in un monastero benedettino vicino a Monaco, in Germania, queste poesie affrontano temi riguardanti la vita spensierata del tempo e, aspetto non meno importante, rivolgono un’accesa satira sociale contro la chiesa, le gerarchie militari e il controverso mondo della nobiltà di allora. Gli autori – interpreti di questi goliardici canti in latino, tedesco e lingua romanza (lingua derivata dal latino), erano dei giovani studenti universitari, che, girovagando spensieratamente attraverso l’Europa, diffondevano queste espressioni poetico-musicali, ricche di significativi elementi linguistici e letterari.
L’opera di Orff rielabora alcuni di questi antichi canti utilizzando un linguaggio musicale semplice sia per gli aspetti melodici, sia per quelli armonici. Alcuni temi utilizzati scaturiscono dalla creatività dell’autore, altri citano chiaramente melodie tratte dal repertorio popolare o da espressioni del canto gregoriano. La tecnica compositiva del musicista tedesco, volutamente lontana dalle sperimentazioni del Novecento e ricca di colorati elementi ritmici, risente dello straordinario interesse che Orff rivolge verso la musica popolare e la didattica. A questo proposito fonda nel 1924 una scuola per l’insegnamento della musica, della danza e della ginnastica ai bambini in un unico percorso pedagogico-musicale che esalta l’opera didattica del grande compositore tedesco.

L’organico di questa straordinaria opera prevede una grande orchestra, un coro e tre solisti (soprano, tenore e baritono). I 25 canti che la compongono si aprono con un prologo, “O fortuna”, eseguito in latino dal coro, che si sovrappone all’orchestra in un gioco di accenti ritmici e artifici timbrici di grande suggestione.

O Fortuna ( testo )

O Fortuna, velut Luna statu variabilis,

semper crescis aut decrescis; vita detestabilis

nunc obdurat et tunc curat ludo mentis aciem;

egestatem potestatem dissolvit ut glaciem. 

Sors immanis et inanis rota tu volubilis,

status malus, vana salus semper dissolubilis,

obumbrata et velata mihi quoque niteris;

nunc per ludum dorsum nudum fero tui sceleris. 

Sors salutis et virtutis mihi nunc contraria,

est affectus et defectus semper in angaria.

Hac in hora sine mora corde pulsum tangite;

quod per sortem sternit fortem mecum omnes plangite!

TRADUZIONE:

O Sorte
come la luna
con atteggiamento incostante,
sempre cresci
o decresci;
la vita detestabile
ora perdura salda
e proprio ora,
occupa l’ingegno con un gioco;
la miseria,
il potere
dissolve come il ghiaccio

La sorte immane
e vuota,
tu ruota che giri,
funesto stato,
futile benessere
sempre dissolubile,
oscura
e velata
e su di me chi più si appoggerà;
ora che per un gioco
il dorso nudo
porto per la tua cattiveria?

La sorte del benessere
e della virtù
ora a me contraria,
è un desiderio
è una debolezza
sempre in corsa obbligata.
Ora per di qua
senza sosta
Sentite il battito del cuore;
poiché a causa della sorte
egli acquieta la forza,
piangete tutti con me!

 

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